Elilim è lo Spirito del Nulla che ha insidiato il tumefatto tubo neurale di Agostino, violentato dalla Spina Bifida. La collerica ispirazione che ne deriva aiuta a non considerare la disabilità come un handicap. Le lacrime, scese ad ogni passo di plastica e dolore, acquistano significato diluendo l’acrilico. Questo, messosi al servizio di altri dolori, ne ritrae la profonda bellezza. Calpestando goffamente la neve di Sarajevo, la terra bruna ed intrisa di sangue di Srebrenica, il vento di Belgrado, Elilim impara la partitura della melodia umana. Un Adagio che, in punta di pennello, accarezza l’impeto della violenza e dell’orrore, scorgendo, sotto di esso, una vera bellezza.