SPERIMENTAZIONI ERMENEUTICHE
realtà invisibili – irrealtà visibili
L’ermeneutica è in filosofia la metodologia dell’interpretazione. La parola greca hermeneutikè (téchne), è traducibile come (l’arte della) interpretazione.
Attraverso un “processo interpretativo”, rendendo tangibile ciò che apparentemente non può essere percepito, la ricerca spinge verso configurazioni ignote proprie della sfera dell’inconscio, dell’onirico, prefigurazione di mondi reconditi e virtuali, oltrepassando i confini della visibilità, mettendo in essere la sua materia più impalpabile: la luce.
Gli scatti registrano la luce emessa o riflessa attraverso un dinamismo spaziale direttamente inerente alla processualità strutturale dell’immagine. Il soggetto fotografato perde assolutamente qualunque traccia cognitiva di sé divenendo pura entità di luce.
La luce svela la realtà rendendola visibile. Le “sperimentazioni ermeneutiche”, invece, la interpretano creandone una nuova. Assumendo i movimenti adimensionali di uno sguardo al di fuori del nostro orizzonte del visibile, o meglio, di un altrove dell’orizzonte del reale, essi strutturano questa ricerca fotografica come universo di sé, come un vero e proprio “cosmo”.
E’ una riflessione sperimentale sulla fotografia da cui trarre le premesse per un diverso rapporto concettuale con la realtà empirica, lavorando sui confini impercettibili della realtà stessa, sospinta a mettersi in relazione con le stesse “rischiose” ipotesi del proprio immaginario, con le sue possibilità di poter indirizzare il linguaggio fotografico a tali estreme prospettive, a “farsi mondo” come limite estremo della fotografia.
Nella fotografia così concepita, il fine non è più la riproduzione diretta e immediata del soggetto. Tutti gli elementi del linguaggio fotografico, linee, piani, ombre, luci, colori diventano, è chiaro, elementi astratti che possono essere combinati, accentuati, trasfigurati nella loro forma ed essenza, a seconda della loro specifica modalità espressiva, per arrivare ad essere delle “istantanee emozionali”: espressione di quella idea, quel sogno, quel pensiero che lo spettatore concepirà diventando parte attiva dell’opera.
Non si impone allo spettatore un tema figurativo; lo si pone, invece, nella condizione di crearlo da sé, attraverso la propria immaginazione e le emozioni che riceve.
La fotografia, così, diviene proiezione mentale e divagazione onirica, espressione delle paure o dei desideri dell’inconscio di chi l’osserva, divenendo partecipe del suo definirsi.
Ogni opera è, quindi, generata da una ”doppia interpretazione” della realtà, prima attraverso il mezzo fotografico, poi ri-affidata al lettore/spettatore nel momento della sua fruizione.
Come per le macchie di Rorschach, l’interpretazione non è mai univoca, ma determinata dalle attitudini percettuali di base dello spettatore e dal suo profilo psicologico. Il modo in cui il soggetto percepisce e definisce il mondo intorno a sé diventa parte dell’opera stessa.
La realtà empirica diviene metafisica attraverso la dialettica spazio-tempo e luce-materia, assumendo valori prevalentemente emozionali e soggettivi. L’esegesi del mondo reale genera, attraverso la fotocamera, irrealtà visibili o realtà invisibili
BIOGRAFIA
Alessio Lo Bello (Termini Imerese, Palermo, 1980) si laurea in Architettura allo IUAV di Venezia. Nel 2002 diventa allievo dello scultore Lorenzo Burchiellaro per il quale, lo stesso anno, allestisce la mostra “Lorenzo Burchiellaro, scultura tra alchimia e metallo”.
Dal 2005 al 2008 collabora con i Prof.ri Arch.ti Roberto Sordina e Serena Maffioletti.
Dal 2008 al 2010 lavora a Napoli presso lo studio di architettura del Prof. Arch. Francesco Venezia, maestro dell’architettura italiana.
L’interesse per la fotografia come mezzo espressivo ed artistico, nato anni prima, si sviluppa nel 2006 a Venezia durante i corsi dei fotografi Alessandra Chemollo e Fulvio Orsenigo.
Nel 2008 inizia la sua sperimentazione sulla fotografia come arte astratta con il progetto “Sperimentazioni Ermeneutiche”.
Selezionato per il “Premio Basilio Cascella 2011”, LV Edizione, in mostra dal 25 aprile al 30 maggio 2011 presso Museo Civico di Arte Contemporanea – Palazzo Farnese, Ortona (CH).
Partecipazione Mostra d’Arte Contemporanea “Doppisenso” dal 16 aprile al 2 maggio 2011 presso il PAN — Palazzo delle Arti, Napoli
Oggi vive e lavora a Londra.
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