L’artista nasce da un inizio figurativo-reale-quotidiano, fino al 2000, anno a partire dal quale percorre la strada fantastica di forme incantate, folletti, matrone, approdando alla favola. Ricco di bagaglio artistico di tutto rispetto, con esperienze di attore teatrale e poeta, traspone sulla tela i suoi personaggi come teatranti, protagonisti assoluti e policromi di un mondo immaginario. L’uomo, quale attore e spettatore di una realtà fiabesca;la pittura e il fantastico; il rapporto tra la tela come palcoscenico e la fiaba come interpretazione, tra la luce e il costume, sono i temi che caratterizzano i suoi lavori, i temi del fantastico, della fiaba che si miscela e sparisce nelle sue figure enfatizzate. Ogni scena è un racconto. Una narrazione in punta di pennello, in bilico tra la fiaba e il ricordo. Questo il mondo ideale di Antonio Narducci, trasferito in pittura con linguaggio tutto personale. Le sue opere non sono che sogni, brani di vita che l’autore immagina e vorrebbe poter vivere. l suoi personaggi, mai statici, li ritroviamo intenti nei l
oro mestieri, alle prese con le faccende quotidiane o
intenti in meditazione del corpo o dell ’anima.
L’artista era in cerca di un linguaggio che rispondesse al suo bisogno di autenticità e di poesia, il fantastico, è una scoperta casuale, risultato di un percorso artistico completo. Con gli strumenti della pittura fantastica ricrea con candore e tenerezza struggenti un mondo di allegria, semplicità e buoni sentimenti. Sul quale ci affacciamo senza far rumore, come la luna che fa capolino tra le nubi.
Di massimo Setzu
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