La tensione della ricerca estetica di Diego Cusano si rivolge alla musica, come alla pittura, con la stessa intensità. Il legame profondo tra tali ambiti espressivi è sempre stato vivo, tanto che molti pittori del passato erano anche musicisti, come Giorgione, al quale, secondo il Vasari, “piacque il suono del liuto mirabilmente e tanto, ch’egli sonava e cantava nel suo tempo tanto divinamente ….”
Un episodio affascinante e curioso – che non ha mancato di ispirare il nostro artista – è l’invenzione nel XVII secolo, da parte del matematico gesuita Louis Bertrand Castel, del clavecin pour les yeux, un clavicembalo oculare che permetteva. attraverso la pressione delle chiavi di far filtrare un raggio di luce che avrebbe intercettato vetri colorati, trasformando in colore le vibrazioni sonore. L’ottica dei colori, teorizzata dal Castel, sembra riaffiorare quasi due secoli dopo nei trattati di Kandinsky che rintracciano l’essenza comune alle due arti, nell’osmosi e nell’ispirazione reciproca.
Diego Cusano, musicista e compositore, anagraficamente giovane, ma già esperto e orientato verso la sperimentazione soprattutto in ambito elettronico, affronta la pittura da artista visivo, senza rinunciare all’esperienza e alla consapevolezza musicale che lo distinguono.
I suoi primi progetti, all’Accademia di Belle Arti di Perugia, coinvolgevano gli spartiti musicali come campo di indagine per l’arte visiva. attraverso l’impiego di tecniche digitali che trovano un’affinità nelle sue composizioni di musica elettronica.”
MARINELLA CAPUTO
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