Non posso iniziare a parlare del mio lavoro se non prima introduco me stessa.
Un inizio per capire.
E che stia proprio in ciò la pura bellezza?!
In quello che sento dentro.
Equilibrio effimero,essere estremamente contrastante,incapace di afferrare;
afferrare se stessa.
Non voglio parlare mi dico, il silenzio mi avvolge e la solitudine accompagna le mie visioni, i miei sogni.
Arte come terapia,arte che ti consola, arte dove trovare rifugio.
Oggi sono più niente di prima, spreco di me stessa, annientamento.
Spesso sento il bisogno di sparire;
passo da non sopportarmi all’amarmi con tutti gli step di transito.
Sensazioni che hanno una propria vita, che si plasmano in forma.
Una via per scappare lontano;
lontano dove si spera trovare l’Eden ma dove invece regna il ”Panico”.
Vorrei non essere capace di pensare, di non andare troppo oltre i limiti dell’esistenza.
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