Lascivi e suadenti elucubrazioni sensoriali affiorano quasi in modo naturale dalle opere di Ravizzotti, un magma magnetico che attraverso i suoi colori e la sua consistenza crea tempeste marine, grappoli abbaglianti di gioie e dolori, sfocature nauseanti nel fiume di polvere che soffoca la componente estatica della vertigine.
Segni decisi, rapidi, volitivi incidono lo spazio e ne proiettano il disordine armonico, profonde valenze primigenie, quindi, eruttano con straordinaria energia espressiva, è un’arte che sembra lasciarsi avvenire inconsciamente. Stimoli ed inquiete sensazioni emergono in immagini di viscerale organicità per trascrizioni emozionali prive di mediazioni razionali, è un puro impulso interiore, un graffio con il quale “tatuare” la superficie dell’ispirazione. Il gesto si impossessa dei sensi e lascia cadere la sua forma sulla sabbia dei sentimenti, quasi un sussurro impresso con interventi concreti e precisi sulla tela ormai satura di ricordi, di sensazioni, di esperienze. L’opera, di conseguenza, risulta una testimonianza, e al tempo stesso un imprevedibile istante futuro da vivere nel tumulto della vertigine dei sensi.
Il risucchio della vertigine dei sensi è un’estasi traboccante di energia vitale, una malinconica gioia di vivere l’estremo, il disincanto e il sogno, un’arte audace impregnata di umana passione.
Antonella Iozzo Critico d’Arte Pubblicato su BluArte
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