L’arte, quella vera, quella che viene dal cuore e che ad esso ritorna, non conosce frontiere né di spazio, né di tempo né tantomeno di forma. Essa può risiedere in una tela, in una fotografia, in una pellicola cinematografica, in una scultura ma anche nella profondità di uno sguardo, nella dolcezza di un volto, nella forza di una voce.
Nelle opere che la giovane artista Minea Saieva ci presenta, il sogno si mescola alla bellezza della semplicità, la gioia si traveste di svariati colori, gli sguardi dei suoi volti dipingono le nostre emozioni di cangianti suggestioni d’oriente. Minea realizza le sue opere su legno, applicandovi una miscela di sabbia, terra e resine, su cui incide in bassorilievo il disegno, dipinto poi in diverse sfumature. Minea regala alle sue opere quella gioiosa frenesia, quella sfuggente malinconia che ci rimanda ad alcuni dei suoi riferimenti nello sterminato universo della storia dell’arte: Klimt, Modigliani e Picasso. Quello di questa giovane artista è uno sguardo privilegiato, uno sguardo capace di confondere l’opulente fatiscenza propria della cultura occidentale, con la serafica calma dell’oriente, avendo vissuto alcuni anni della sua infanzia in India
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