I lavori di Vincenzo Zancana – incisioni, fotografie ed installazioni – esplorano i temi della memoria, del tempo e dell’ossessione. L’intento è quello di analizzare l’ossessione inconscia dell’uomo per gli oggetti che lo circondano e rappresentare la precarietà della memoria, focalizzando l’attenzione sul binomio presenza/assenza degli oggetti.
“Qual è la più grande ossessione dell’uomo? Le prime risposte che vengono in mente sono libertà, giovinezza, denaro o fama, ma in realtà non ci rendiamo conto di quanto l’uomo sia legato, oserei dire, ossessionato inconsciamente dagli oggetti che ci circondano. Oggetti fermi e freddi che col passare degli anni si impregnano dell’essenza dell’uomo stesso e di una miriade di ricordi evanescenti autoproclamandosi come oggetti ”vivi” e presenti al di fuori di noi. Oggetti che assumono lo stato di status symbol diventando delle vere e proprie reliquie o ancora dei feticci che assumono frammenti corporali. Questa ossessione inconscia dell’uomo verso i suoi oggetti deriva dall’incessante bisogno di lasciare una traccia, essere parte presente nel tempo. Per questo motivo l’uomo si circonda di oggetti, appunto per colmare questo immensa sensazione di essere dimenticato; ma più l’uomo si riempie di oggetti più ne viene sopraffatto.”