Andrea scioglieva la fuliggine nell?aria, raccogliendo su carta le tracce del doppio movimento, suo e della fuliggine.
Angela Maria scioglieva la realtà del mondo fisico nella luce dell?obbiettivo, raccogliendo su carta le tracce del doppio movimento, suo e del mondo circostante.
Andrea dipingeva con l?olio l?istante della pittura, l?attimo in cui il colore tocca il supporto ed ha la facoltà di espandersi, potenzialmente, in infinite forme e direzioni.
Angela Maria dipingeva, con il doppio movimento suo e di quanto guardava, l?istante della fotografia, l?attimo in cui la scena inquadrata si fissa in immagine.
Noi ci siamo conosciuti per caso.
La nostra arte si è riconosciuta per forza.
Fotografia e pittura si ritrovano l?una accanto all?altra in una ricerca comune. Si avvicinano e si uniscono, fino a fondersi e, quasi, confondersi.
Il risultato è un senso nuovo, che si crea dai resti del visibile, grazie allo slancio dell?invisibile, che porta l?occhio dello spettatore a una verità altra, sorta dal venir meno di realtà consuete, come false verità incontestate.
Assistiamo a due coscienze unite nella ricerca dell?invisibile, di ciò che l?Uomo non vede, ma che è impossibile non sentire.
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