Ariel ha un approccio peculiare al light design: in Argentina lavora come elettromeccanico, per poi entrare nel mondo dell’arredamento una volta in Italia.
La grande manualità e l’intuizione artistica ispirano la sua opera: ecco che decine taniche diventano lampade da terra e scale diventano supporti per lampade industriali.
Il confine della definizione di installazione artistica è presto superato: la luce (“e la sua ombra”, specifica) cambia l’aspetto delle cose, le valorizza e può distruggerne il senso.
Hai “illuminato”, nel senso più letterale del termine, Mostrami alle Officine Ansaldo e Mostrami 5 al CAM, pensando delle soluzioni ad hoc, per luogo e tema. Parlaci dei due progetti.
Cominciamo dalle Officine Ansaldo. Essendo queste officine meccaniche, ho pensato a tutti gli elementi che sono presenti in qualche forma in questi luoghi: strutture metalliche, ponteggi, schermi metallici per l’illuminazione, dando agli stessi una diversa interpretazione. In particolare, questi oggetti sono stati usati come colonna illuminante di un set fotografico, mentre le diverse taniche, molto comuni in questi spazi, diventano elementi luminosi con un inevitabile tratto ironico.
CAM : per l’intervento in questa mostra, installazioni d’arte sviluppate in un ambiente di cantiere. Anche qui la decisione di utilizzare gli oggetti tipici del contesto e di reinterpretarli in modo diverso, usando l’illuminazione delle lampade portatili da officina, come fonte di luce per quadri d’arte o come lampada da lettura, ed usando altri elementi propri della illuminazione stradale.
La tua è una declinazione dell’Arte povera che s’innova, convergendo ancor più col design. Che cosa t’interessa della commistione tra oggetti di uso quotidiano e luce?
Non la definirei un’ “arte povera”, piuttosto l’utilizzazione di oggetti di uso comune della vita quotidiana, che, trasformati in corpi luminosi, acquistano un altro carattere, una nuova interpretazione e che in essi ognuno di noi , può vedere qualcosa di diverso.
La luce è stata particelle, onde, energia..la “tua” luce, cos’è e cosa rappresenta?
La luce è ciò che ci permette di vedere, di avere il controllo, di capire le ombre. E ‘ questa combinazione che ci dà la possibilità di cambiare l’aspetto delle cose, l’ambiente, l’architettura.
Dal 2010 collabori con architetti come Giuseppe Pezzano ed Eleonora Grassi come light designer di ambienti privati. Che cosa vorresti che la luce apportasse a questi ambienti, tramite le tue installazioni?
La collaborazione con gli architetti Pezzano e Grassi mi ha aiutato a crescere ulteriormente nel campo dell’architettura, anche se non ero del tutto estraneo a questo mondo, sono sempre stato un appassionato.
La luce è un elemento molto importante sia usato da esterno che da interno, e sarà questa che esalterà una camera, l’arredamento o comunque uno spazio. In particolare, la sua posizione e la sua intensità sono elementi fondamentali per creare una giusta atmosfera e fornire una maggiore forza e carattere a tutto l’ambiente.
Il light design, che rimane ancora ai margini delle arti accademiche, quale direzione sta prendendo?
Il light designer c’è sempre stato e si è dedicato alla progettazione di lampade, apparecchi di illuminazione, ma non sempre questi oggetti , che sono belli di per sè, sono in grado di interagire con l’ambiente. Il nostro intervento è indirizzato verso questo fine, attraverso l’esaltazione della luce e della sua ombra in modo da dare qualità al progetto, come la cornice con l’opera d’arte: può dare maggiore carattere o uccidere l’opera stessa.
Presto la seconda parte dell’intervista…parleremo di curiosità sul percorso del light designer Arial Boni prima di arrivare alla galleria di Mostrami, ma anche di progetti futuri.
Intanto, se mai voleste dare una svolta al vostro appartamento, potete contattare Ariel al numero 339 5707117 ed organizzare un incontro in zona Isola!