Nata in una famiglia crimeana, la giovane artista Mira Savini ha dimostrato il suo amore per l’arte fin dall’infanzia, nonostante le sfide che ha dovuto affrontare. Nell’articolo di oggi conosceremo meglio la sua storia e la sua passione per l’arte.
Puoi descrivere un ricordo specifico o un’opera della tua infanzia che rappresenta un punto di svolta nel tuo sviluppo artistico?
Ricordo come disegnavo da bambina, da sola, senza insegnanti, e usavo materiali completamente inadatti per disegnare, ma ne usciva comunque un disegno. Quando i miei genitori decisero di iscrivermi a una scuola d’arte, lì non capii subito come dipingere correttamente con gli acquerelli e dipinsi dei fiori come se fosse tempera. L’insegnante mandò questo quadro a una mostra. Ma ricordo il momento in cui dipingevo quel quadro, ricordo la mia concentrazione. E questo si ripete ancora oggi: la profondità della sensazione di lavorare con i colori e il modo non convenzionale di utilizzare i materiali.
Come definiresti la tua arte? Se dovessi darci una tua definizione della tua arte quale sarebbe?
Arte sensuale. Quadri in cui c’è energia, c’è vita. Simbolismo nascosto sotto il realismo. Arte filosofica che ha una propria storia. Ogni mio quadro, sia personale che su commissione, ha un’anima vivente, perciò i quadri prendono vita e parlano allo spettatore (così le persone mi hanno detto delle mie opere).
Per quale motivo hai scelto la pittura e la realizzazione dei murales come forma artistica e di comunicazione?
Fin dalla prima infanzia sentivo un mondo speciale quando disegnavo. Era come un’immersione in qualcos’altro. È la mia meditazione e il modo per sintonizzare i canali esterni. A volte non capisco perché ho disegnato qualcosa e chiedo agli altri cosa vedono nel quadro. In questo modo, attraverso i miei quadri, scopro me stessa. Ogni volta mi convinco che sono capace di fare ancora di più di quello che faccio ora. Disegnare mi rende più comprensibile a me stessa. Mi ricarico con la mia arte e poi carico le persone con la mia energia positiva (sempre secondo i miei conoscenti e amici).
Com’è lavorare in Italia per un giovane artista come te? Quali opportunità e quali difficoltà hai incontrato?
Sono da poco in Italia e mi aspetta ancora un percorso di vittorie e delusioni. Ma sono pronta a intraprendere questa strada. Più volte ho ricominciato da capo, lasciando sempre una buona impressione del mio lavoro. Perciò tutte le difficoltà che incontro lungo il cammino mi rendono più forte e coraggiosa. Invento nuovi modi di comunicazione e soluzioni per situazioni difficili, e ho sviluppato eccellenti capacità comunicative.
Puoi condividere alcune storie o esperienze dall’organizzazione delle tue mostre in Europa? E come si manifestano paura e talento nei tuoi lavori, soprattutto in merito alla mostra “22 ombre”?
Non ho mai lavorato con organizzatori di mostre. Le mie esposizioni si sono tenute a Kiev, Berlino e in Lisbona. Spero di organizzare una mostra anche in Italia. La parte più difficile è trovare la galleria adatta per presentare la collezione. Da questo dipende quante persone vedranno le opere. Un’altra parte, non meno importante, è la pubblicità: qui serve davvero un professionista specializzato. E naturalmente, affinché le persone non rimangano deluse quando visitano la mostra, sono necessarie opere degne dell’artista. Purtroppo, ho commesso molti errori nell’organizzazione delle mie mostre passate e terrò conto di tutto questo nelle future presentazioni della mia collezione.
Per quanto riguarda l’espressione della paura e del talento nella collezione “22 Ombre“, continuo a lottare con le mie paure di non essere una brava artista, ma quando guardo le mie opere, è come se mi infondessero fiducia. Le persone che mi scrivono recensioni mi danno nuova fiducia nel mio talento. Continuo il mio percorso di auto-perfezionamento attraverso l’arte.
Quali sono i tuoi obiettivi e le tue aspirazioni future come artista, sia in termini di crescita personale che di impatto sulla comunità artistica?
Ho un sogno. Vorrei creare in Italia una casa d’arte, con una grande galleria dotata di palco, uno studio e uno showroom dove poter vendere opere d’arte. Sarebbe uno spazio creativo per artisti talentuosi, dove vorrei organizzare mostre di persone talentuose, combinandole con spettacoli. Come una casa pubblica, ma con protagoniste le opere d’arte, che possiedono energia. In questa casa si riuniranno collezionisti e maestri del pennello. Ci sarebbero delle stanze speciali, intime, con luce soffusa, dove ci si può sedere su un divano profondo e osservare da soli un’opera d’arte speciale. Vorrei creare qualcosa di più di una semplice galleria.
Come fai a trasmettere il messaggio nei tuoi dipinti?
Nei miei quadri ci sono molti simboli e immagini nascosti. Se disegno degli occhi, attraverso di essi lo spettatore può percepire l’umore del dipinto. Utilizzo il colore e la luce per sottolineare l’importanza di un oggetto. Ma mi piace molto quando le persone trovano nei miei quadri messaggi completamente diversi dai miei. In quel momento, non sono più l’insegnante, ma l’allieva.
Come mantieni l’unicità e l’originalità di ogni dipinto, assicurando che non ce ne siano due identici?
Probabilmente non sarò mai una restauratrice di quadri, e credo che non prometterò mai una somiglianza al 100% con l’originale. La mia arte non è una copia esatta di ciò che vedo, la mia arte sono le emozioni che provo nel momento in cui dipingo. Trasmetto il quadro attraverso i sentimenti. E credo che questa sia la forma d’arte più sincera. La macchina fotografica cattura un’immagine congelata, mentre la tela, il colore e il pennello trasmettono energia e storia viventi. Non prometterò mai di disegnare copie.
C’è una domanda che avresti voluto trovare e che non ti ho fatto?
La domanda che avrei voluto ricevere è “vuoi che ti aiutiamo a organizzare una mostra in Italia?” La mia risposta: lo desidero molto. Ho davvero bisogno dell’aiuto di professionisti nel campo dell’organizzazione di mostre personali.
La storia e l’arte di Mira Savina emergono come un viaggio di passione, determinazione e auto-esplorazione. Nata in Crimea e cresciuta con una profonda connessione all’arte fin dall’infanzia, Mira ha affrontato sfide e trasformazioni significative nel suo percorso artistico. La sua arte è espressione di sensualità e vitalità, combinando realismo con simbolismo filosofico per creare opere che prendono vita e comunicano con il pubblico. Il suo sogno di creare una casa d’arte in Italia riflette il suo desiderio di ispirare e ospitare artisti talentuosi, mentre continua a evolversi come artista e ad affrontare nuove sfide con determinazione e creatività.