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Geisha
In Giappone, ancora oggi, vive un’antica tradizione di ragazze che intrattengono persone ballando, cantando e suonando gli strumenti tipici giapponesi: la Geisha. Il termine Geisha è composto da due kanji, uno che
significa “arte” ed uno che significa “persona”, la traduzione letterale potrebbe quindi essere “persona d’arte” ovvero quando essere donna diventa un’arte.
L’apprendista Geisha è chiamata Maiko (“fanciulla danzante”), è proprio la Maiko che con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e i coloratissimi kimono ha contribuito a creare lo stereotipo della Geisha che si ha in occidente.
L’altro termine usato per indicare la geisha è Geiko, ovvero la geisha di Gion, quartiere di Kyoto.
Kyoto ospita molte di queste ragazze, che vivono in quartieri chiamati Hanamachi: Gion Kobu e Gion Higashi.
Nonostante il declino del numero di Geisha presenti, Gion è stata dichiarata b ene culturale tutelato dal governo nazionale.
Vi sono presenti numerose sale da tè, dove le ragazze intrattengono intellettuali e uomini d’affari. La casa da tè è un mondo appartato in cui l’intrattenimento viene offerto attraverso bevande, piacevoli conversazioni e musica tradizionale.
Le prime figure presenti in Giappone che si possono accomunare alla Geisha odierna furono le Saburuko, cortigiane specializzate nell’intrattenimento delle classi nobili. Ebbero il loro apice nel VII secolo, per poi scomparire soppiantate dalle Juuyo, ossia prostitute d’alto bordo.
Da qui probabilmente parte anche il malinteso che riguarda le Geishe, che in occidente spesso sono confuse con le prostitute. Anche per colpa dell’occupazione degli americani in Giappone, che sca mbiarono le “donne di piacere” con le Geisha, mentre in Cina, la parola Geisha è tradotta con il termine yì jì, dove jì ha il significato proprio di “prostituta”.
Dal 1600 comparirono figure simili alla Geisha odierna, che però erano uomini, che avevano il compito di intrattenere gli astanti con balli e battute di spirito. Circa alla metà del secolo successivo comparirono le prime donne Geisha.
Nel 1617, durante il periodo Edo, Tokugawa Hidetada (shogun), rese la prostituzione legale.
Per non confondere la Geisha con le prostitute, nel XIX secolo in tutte le principali città del Giappone, furono approntati quartieri dove avrebbero potuto svolgere la loro professione.
Per questo progetto abbiamo cercato di cogliere la quotidianità del loro lavoro; muovendosi da un locale ad un altro e sbucando improvvisamente da questa o quella via poco illuminata, parte della difficoltà ad immortalarle è infatti da attribuirsi alla rapidità con cui si spostano per il quartiere e dalla loro volontà di rimanere quasi invisibili.
La nostra scelta è stata quella di non importunarle durante i loro spostamenti, ma di essere pazienti e discreti, per poter cogliere quello sguardo in camera, quel cenno di assenso, quel segno di riconoscimento per non essere stati invadenti, venendo poi ripagati da uno scatto che da solo vale l’attesa.
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