Mostrami dà il benvenuto alla giovane scultrice Irene Lucia Vanelli: una laurea in medicina, una in psichiatria…e l’arte chiama. Pittura e scultura, sangue e manichini per opere forti e che non si dimenticano facilmente…
ILV nasce il 6 Gennaio a Novara.
Figlia unica, trascorre la sua infanzia e adolescenza nella provincia novarese,
A 12 anni decide che da grande sarà una Psichiatra.
Intraprende studi classici e, successivamente, si iscrive a Medicina e Chirurgia. Frequenta i primi tre anni di università a Novara, poi prende il volo verso Lisbona, dove resterà per 4 anni. Tornata in Italia nel 2009 inizia il suo cammino di specializzazione in Psichiatria. Da sempre interessata all?arte, inizialmente come semplice spettatrice, poi, nel Gennaio 2012 avviene la sua epifania artistica. qualcosa scatta. Da autodidatta, inizia a sperimentare, ricercare la propria via di comunicazione per raccontare ciò che per anni ha portato dentro di se, con sé, nelle sue peregrinazioni.
La sua arte è espressione di stati d?animo. Istantanee di emozioni colte nella loro intensità e rese in modo tattile e visivo mediante il ricorso a forme espressive articolate, materiali opposti: forzatamente uniti e volutamente stridenti. Una elaborazione di concetti che si avvale della scelta di materiali e forme visive (dalla pittura, all?installazione, alla scultura) differenti e distanti.
Accostamenti di materiali grezzi e spesso poveri (legno, metallo, cemento) presi in prestito dall?edilizia, amalgamati da acrilici, smalti rosso brillante e ruggine (elementi, questi ultimi, pressoché costanti nelle sue creazioni). Una forma d?arte materica, dall?espressione ruvida, che pretende di comunicare irruentemente e violentemente ciò che l?inconscio cova e la parola non riesce a verbalizzare.
A partire dal luglio 2012 ha iniziato a proporsi, prendendo parte ad alcune esposizioni collettive sul territorio nazionale.
Nella serie ?Gli ossimori del vivere?, fa ricorso all?utilizzo di manichini che rappresentano sagome abbozzate della ?non identità?. Corpi alienanti, in cui la soggettività e l?individualità si dissolvono, in antitesi concettuale con l?Umanesimo e la centralità dell?uomo. L?uomo perde il proprio ruolo e la propria dignità: da soggetto (?homo faber?) diventa oggetto, parte dell?allestimento di un?opera, strumento di comunicazione di stati d?animo e condizioni universalmente traducibili.
Le opere della giovane scultrice novarese reinterpretano legno e metallo per dare forma a sensazioni.
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