Alessandro Bulgarini è un giovane artista bresciano che realizza opere pittoriche indagando il tema del subconscio e del sacro. Nasce nel 1983, apprende i segreti e le tecniche pittoriche da bambino, a bottega dal nonno pittore; durante gli studi universitari la vocazione artistica emerge in maniera preponderante ed inizia a definire un proprio stile che si consolida a seguito dell’incontro col maestro visionario Ernst Fuchs, fondatore della “Scuola Viennese del Realismo Fantastico”.
Traendo notevoli spunti estetici dagli scritti psicanalitici di Carl Gustav Jung e James Hillman, e lo studio dei maestri Rinascimentali, la sua ricerca pittorica ed umana sono andate orientandosi negli ultimi anni verso un approfondito studio dell’iconografia del sacro, in una complessa indagine antropologica transculturale e transtemporale (dai geroglifici egizi ai trattati alchemici, passando per le dottrine orientali e la fisica quantistica) che lo vede impegnato nella rielaborazione di quelle immagini altamente icastiche e significative connesse con la ricerca della conoscenza e del significato, che da sempre l’umanità ha prodotto.
“Quella di Alessandro Bulgarini è una pittura al contempo ermetica e surrealista, che in un affascinante periplo sincretista fonda la sua matrice estetica. Persistente è la ricerca del sacro e del suo congenito carattere cangiante che si occulta e si svela a condizione di un atteggiamento profondamente percettivo presente nella prospettiva del pittore bresciano che coagula arte e conoscenza, visioni e intuizioni in un percorso che fonda in interiore homine quel sentiero iniziatico che se solo intrapreso diviene manifesto…” [ Lucio Giuliodori ]
“Vincendo la sfida storica dell’arte contemporanea nel coraggio del confronto/scontro con l’arte tradizionale, così temuta anche dai più grandi, […] Bulgarini non cita né assorbe ma riedifica, fluidifica, rianima forme antiche senza porsi neppure il problema del confronto, ma la necessità primaria di risultare accattivante agli occhi del suo tempo, al fine di diffondere significati.” […] La sua pittura è allora, consapevolmente, “un’operazione di verità per enigmi visivi, […] dirompenti, tenaci nella loro presenzialità pura e densa, invasivi ma con grazia, non iconici come il logoro dialetto Pop, ma idolici come la fluida e immaginifica lingua greca nella quale l’eidon poteva essere statua o dipinto, ugualmente talismano magico e psicogeno.” [ Giacomo Maria Prati ]
[ess_grid alias=”alessandro-bulgarini”]