Debora Barnaba cerca di passare dal particolare all’universale attraverso il filtro selezionatore dell’esperienza privata. Nelle forme catturate dall’obiettivo fotografico, le sue emozioni sono declinate nei tratti del mondo esterno. Le sue opere evitano sia il rischio di un puro astrattismo quanto quello di un simbolismo intimistico. Sempre in equilibro tra interno ed esterno, l’artista ci mostra l’assoluto che sente di avere al centro della propria anima, attraverso gli oggetti che fanno parte della nostra vita. Debora Barnaba cerca di superare il limite Cartesiano della mente privata. La sua intimità è ritrovata ed esibita in una esteriorità comune a tutti, in quanto assoluta e universale. Con una formula possiamo dire che l’artista porta i sentimenti all’assoluto mostrandone la loro incarnazione nelle forme del mondo. L’arte diventa un ponte tra le emozioni, non più private e incomunicabili, e l’esperienza visiva, apparentemente accessibile a tutti. L’artista cerca di superare le difficoltà della comunicazione umana. Ogni soggetto diventa funzionale alla sua poetica se può esprimere un momento sia interno che esterno, sia privato che pubblico. Si comprende la forte carica erotica di tutta la sua opera, soprattutto nelle forme apparentemente più neutre e lontane dalla facile carnalità del corpo umano. L’erotismo è, per definizione, il percorso di apertura verso l’altro in una successione di forme e gesti che affondano le radici nell’universale. Debora Barnaba, affronta con cura i suoi soggetti, piegando la luce attorno a corpi e oggetti per isolarli e congelarli sulla superficie delle sue opere, ormai trasfigurati dal loro ruolo di cifre dell’alfabeto di un’ontologia universale. Grazie a lei, troviamo la nostra dimensione più privata in una cornucopia di immagini che, come le figure platoniche, a un tempo ci costituiscono e a un tempo ci proiettano verso una realtà diversa dalla nostra. Con rara sapienza tecnica, l’artista gioca con i corpi umani rivelando, attraverso ombre e luci a volte spietatamente dure e a volte ambiguamente soffuse, l’elemento comune tra percezione e oggetto, tra pensiero e immagine, tra interno ed esterno, tra soggetto e oggetto, in un crescendo di attrazione erotica cui è impossibile sottrarsi.
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