La giovane artista emergente Francesca Marrai è una studentessa di lingue e letterature che ama i libri e i mondi che essi portano alla luce.
Qualche anno fa ha scoperto un modo per uscire dalle pagine e raccontare le sue storie grazie alla fotografia. Ha iniziato a fotografare per curiosità ed è stata immediatamente attratta dai dettagli, da quegli attimi infiniti, e così è diventata lei stessa la protagonista di qualcosa. Tutte le sue fotografie sono autoscatti che rappresentano le sue visioni, i suoi sogni, se stessa.
Manipolare la luce è qualcosa di magico che la fa sentire libera di dipingere finestre dove si trovano muri insormontabili.
Ogni immagine è ispirata da quei luoghi o oggetti che la attraggono perché la aiutano a ricostruire il mondo.
A volte è bastato passare per caso davanti a un campo di girasoli secchi, vedere un cespuglio di ortensie colorate o una carta da parati di una casa abbandonata per sentire subito lo stimolo di scattare, come se avesse perduto quelle scene e poi le avesse ritrovate, e non volesse lasciarle più.
La fotografia aiuta l’artista a ricordarle chi sia, o forse glielo fa scoprire piano piano.
Gli oggetti sono strumenti di cui si serve per costruire le scene, e assumono un significato quasi magico. Candele, libri, scarpette da ballo, trascendono dal loro ruolo canonico e diventano vivi protagonisti.
Anche i colori hanno un ruolo fondamentale, comunicano e contribuiscono al linguaggio dell’immagine.
Nella creazione di uno scatto, cerca di calcolare ogni dettaglio, dalla luce ai vestiti, dai toni cromatici alla composizione, in modo che l’attenzione cali dove vuole proprio lei, senza elementi di disturbo o di distrazione.
Capita spesso che questo accada anche nella fase di scatto, che può durare ore. Può succedere che una foto che ha in mente, una volta scattata non renda come vuole.
Così inizia una fase di ricerca della posa giusta o del vestito giusto, che ha fine soltanto quando davanti ha l’immagine che finalmente le restituisce le sensazioni che l’hanno spinto a realizzarla.