His work unfolds in a journey begun in the second half of the 70s, with dadaist and futurist inspirations. Research close to experimenting in avant-garde music, unnecessary machines, performances, to arrive today to a more introspective but also active, almost as projections of its interiority, to be used as additional tools for knowledge and expression.
They are sculptures that produce sounds that vary according to the program contained in a processor, or varying brightness. Some are sensitive to the presence of people, and stop acting if you leave the sun. Sounds sometimes are produced directly by the microprocessor, others by voltage controlled transistors (VCOs). In some cases, some parts of the sculpture are set in motion by small electric motors, using cams, gears or cotton threads.
Recently, the artist has made some sculptures, seeking dialogue with Renaissance painting, working on a reflection as a follow-up to some experiments he had already carried out in the early 1980sLo scultore Giacomo Bonciolini è nato nel 1955 a Monsumanno Terme. Egli ritiene che l’arte sia uno strumento di ricerca nella bellezza, nei rapporti umani, nella spiritualità. Uno strumento per capire e tentare di decodificare il mistero dell’esistenza.
Il suo lavoro si snoda in un percorso iniziato nella seconda metà degli anni ’70, con lavori di ispirazione dadaista e futurista. Ricerche vicine alla sperimentazione nella musica d’avanguardia, alle macchine inutili, alle performance, per arrivare oggi, a lavori più introspettivi ma anche attivi, quasi come proiezioni della sua interiorità, da usare come strumenti ulteriori di conoscenza e di espressione.
Sono sculture che producono suoni che variano secondo il programma contenuto in un processore, oppure al variare della luminosità. Alcune sono sensibili alla presenza delle persone, e smettono di agire se lasciate sole. I suoni talvolta sono prodotti direttamente dal microprocessore, altre da oscillatori a transistor controllati in tensione (VCO).
In certi casi, alcune parti della scultura vengono messe in movimento da piccoli motori elettrici, per mezzo di cammes, ingranaggi o fili di cotone.
Recentemente l’artista ha realizzato alcune sculture, che cercano il dialogo con la pittura rinascimentale, operano una riflessione, come seguito di alcune sperimentazioni che aveva già effettuato nei primi anni ’80.