L’artista emergente Giordano Di Fiore, nato a Milano, si avvicina alla pittura soltanto nel 2015, da autodidatta.
La sua formazione artistica è nata con la musica: nel corso degli anni, ha realizzato alcuni lp autorali, e ha suonato in differenti realtà, come chitarrista e percussionista. Giordano conduce una trasmissione di musica brasiliana su Radio Popolare.
Nell’ultimo anno, sta lavorando ad una serie chiamata “Decostruzione“, così denominata, perché ha l’ambizione di invertire la naturale sequenza temporale. Se, normalmente, il quadro è l’atto finale di un processo creativo, in questa serie l’artista parte da realizzazioni pre-esistenti, appositamente decostruite, per cercare di arrivare alla verità di esse, alla loro essenza.
Osservandole da vicino, sarà possibile osservare un tratto di volto, o di figura, ormai impercettibile o deformato. L’accostamento con la materia, poi, vuole amplificarne il risultato: una spogliazione simbolica, che riporta all’origine. Ecco, dunque, che la serie risulta composta in due tempi: quello del figurativo, e quello della sua decostruzione.
Si tratta, in realtà, di un work in progress, per niente lineare, che vede l’impiego, oltre agli acrilici, e del gesso, dei cosiddetti materiali poveri: pluriball, carta di giornale, sughero, legno, terra, catrame, ecc. Materiali opportunamente trattati con acidi ed ulteriori azioni costruttive/distruttive.