Stonano certi violini, stridono le parole come le corde troppo tirate, producono suoni che accapponano la pelle e ti sembra quasi che le unghie si aggrappino disperate alla lavagna, che aspetta fiduciosa i risultati dei tuoi ultimi ragionamenti. Milleviolini ti aiuta, armonizza i pensieri, rende morbide le parole ma solo alcune, lascia che urlino disperate le altre.
Nasce così il suo blog, raccontando di Ines, violinista eccelsa, funambola tra le corde del suo stesso strumento. Ines conosce i segreti delle donne e li fischietta cinicamente, tormentando il riposo prolungato di certi uomini sbadatamente caduti in letargo.
Poi succede che fischiettando il proprio motivetto, Milleviolini capiti davanti ad immagini nate giusto per immaginare. Sono attimi, istanti da bloccare, per prolungare il tempo in cui sono vita. Allora l’armonia aumenta, perché le parole si danno il ritmo che suggerisce un’immagine precisa, così come ogni suono sembra perfezionarsi se suggerito da un pentagramma.
Le storie immagi-nate sono frutto di questa nuova armonia tra immagini e parole, tra istantanee e poesia.
Nella loro ultima installazione, le storie immagi-nate si tirano dietro un filo rosso mentre attraversano la vita. Percorrono un labirinto immaginario, che parte dall’attesa dell’amore fino ad arrivare all’amore per se stessi e cercano di districare alcuni nodi fondamentali che ostacolano il raggiungimento del bandolo della matassa e del cuore dell’artista, della sua essenza.
Sedici cornici quadrate dentro il percorso a spirale delimitato dal fil rouge che attraversa le fasi crescenti della costruzione di un amore ed il fil rouge non può che perdersi, sul finale, nel groviglio di fili colorati in cui già da tempo si è persa Milleviolini o dal groviglio partire per tornare a ritroso e recuperare l’esordio di una storia.
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