Maximilian nasce a Milano nel 1969. Il disegno diventa, fin dall’infanzia, il mezzo di questo artista contemporaneo per esprimersi. L’arte figurativa lo appassiona e gli permette di inventare storie e personaggi, sviluppando così il proprio linguaggio creativo.
I soggetti artistici di Maximilian sono, attualmente, interpretazioni molto personali di temi classici dell’arte sacra occidentale, come ad esempio «l’Ultima Cena» o dipinti di libera fantasia ma sempre legati coerentemente tra loro. Infatti i personaggi che animano le opere parigine dell’artista mostrano costantemente la figura di un fanciullo preadolescente, né maschio né femmina. Le figure di Maximilian sono colte nella fase giovane e acerba della vita umana, dove i sessi sono ancora indefiniti e dove la sessualità è ancora inespressa. La pittura di Maximilian è nelle forme di ragazzini malinconici e sognanti che vivono la transizione, spesso difficile e dolorosa, dai giochi e dall’innocenza dell’infanzia ai primi turbamenti dell’età adolescenziale e adulta. È la perfetta fusione delle due passioni di Maximilian, la pittura e lo yoga, in quanto la figura dell’androgino, che popola i dipinti dell’artista, la ritroviamo nel folklore e nella tradizione indiana con il Dio Shiva e la sua sposa Parvati, coppia che unita forma l’essere «Ardhanarishvara», l’unione (yoga) degli opposti, il maschile e il femminile, il sole e la luna. Arte contemporanea e spiritualità combinati, quindi. Concetto fedelmente espresso da Maximilian stesso quando dice di se stesso: « Vivo l’arte come una disciplina (yoga) e lo yoga (disciplina) come una forma d’arte».
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