Intervista a Alberto Zanchetta, direttore artistico del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e responsabile del Premio Lissone rivolto a giovani artisti ci parla di sé, del premio e dell’arte in genere. Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ha in collezione le opere ereditate dall’Amministrazione Comunale dal Dopoguerra al 1967, epoca in cui il Premio Lissone, grazie ad una giuria composta dai massimi esperti e storici d’arte di fama internazionale, era il primo approdo di talentuosi artisti emergenti. Artisti che fecero l’attualità dell’arte contemporanea di quegli anni. Per anni si perse la tradizione del premio che timidamente è ricomparso nel 1999, per poi ricominciare con nuova verve nel 2002. Il Museo ha un nutrito programma di mostre d’arte contemporanea annuali che se passate per la Brianza vi invitiamo ad andare a visitare!
Intanto godetevi l’intervista di Alberto Zanchetta: il premio, l’arte… e, soprattutto, la giovane arte!
Chi sei e cosa fai nella vita?
Mi chiamo Alberto Zanchetta e dal 2012 sono direttore artistico del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone.
Ti occupi di arte contemporanea, ma in poche parole come descriveresti l’arte contemporanea se dovessi spiegarla ai non addetti ai lavori?
Non a caso le chiamano “Arti visive”, ne consegue che – più delle parole – è necessario farne esperienza diretta: affinando lo sguardo si possono affinare anche le proprie conoscenze. Ma se fossi obbligato a definirla, direi che l’arte è “tutto ciò che non ti aspetti”.
Sei il coordinatore del Premio Lissone. Premio che tra gli anni 50 e 60 ha visto la partecipazione di grandi artisti e che oggi si rivolge agli under 35: come mai puntate sui giovani?
Nel 1965, il bando del XIV Premio Lissone introdusse per la prima volta un limite d’età. Quando il premio venne ripreso nei primi anni Duemila le partecipazioni erano su invito, ma nel 2012 è stata ripristinata la selezione su candidatura degli stessi artisti. Oggi come allora, l’idea di fondo resta la stessa: fare del premio uno strumento di dibattito e di promozione della giovane pittura contemporanea (Argan l’avrebbe chiamata una “tendenza attuale”).
Com’è lavorare con i giovani artisti rispetto agli artisti più navigati?
Non è mai una questione generazionale, bensì di personalità. Poiché ogni artista è diverso, le attitudini e le modalità cambiano di conseguenza. Ovviamente collaborare con i giovani offre stimoli sempre nuovi, permette inoltre di sperimentare maggiormente sia in fase di progettazione sia in quella di allestimento.
Dagli anni 2000 avete inserito anche un Premio al Design, come mai?
Sin dal 1946 il Premio Lissone ha stabilito una sinergia tra l’arte e l’artigianato, affrontando da un lato le problematiche della pittura più aggiornata, dall’altra le difficoltà di un mercato in espansione. Nel corso dei decenni il contatto dell’arte con l’attività mobiliera ha contribuito a un’evoluzione non solo estetica ma anche professionale; al retaggio degli artigiani si è affiancata la figura dei designer, disciplina particolarmente diffusa nel panorama brianteo. Negli anni dispari si è quindi deciso di alternare il premio di pittura con quello di design, mantenendo la medesima vocazione, ossia una costante indagine sulle ricerche in atto a livello nazionale e internazionale.
Il collettivo di Mostrami è formato da artisti giovani ed emergenti, qualche consiglio per il loro percorso?
In primis: mai seguire le mode. In secundis: mettersi sempre in discussione.
Ringraziando Alberto Zanchetta vi ricordiamo che il Premio Lissone 2014 è rivolto a pittori under 35 e che la scadenza per le presentazioni delle domande è il 5 settembre.
Complimenti per i vostri progetti e in bocca al lupo!