Intervista a Serena Calò, curatrice della mostra del giovane pittore contemporaneo Nicola Piscopo, artista che ha partecipato alla quarta edizione delle MostrEvento di Mostrami…
Chi sei e cosa fai nella vita?
Mi chiamo Serena Calò e mi occupo di curatela.
Facciamo un po’ di chiarezza…un curatore cosa fa esattamente?
Bella domanda… diciamo un po’ di tutto! Dall’ideazione di una mostra alla sua realizzazione i passaggi sono tanti, sicuramente il primo consiste nella scelta degli artisti e nello studio del loro percorso creativo; continua poi con il redigere testi critici, il comunicato stampa, i cartellini esplicativi affissi accanto alle opere in mostra…insomma cura ogni dettagli dell’allestimento e dell’evento, dalla locandina al catalogo, al catering, alla posizione delle opere all’interno dello spazio espositivo, alle pubbliche relazioni…
Ti sei occupata della mostra Street View di Nicola Piscopo: ce ne vuoi parlare?
E’ stato davvero bello per me curare questa mostra, credo fermamente che Nicola abbia quel valore aggiunto, oltre al vantaggio della sua giovane età, che nel corso del tempo lo porterà verso un alto livello artistico. In questa serie di opere inedite si è cimentato per la prima volta nel tema del paesaggio, rivisitandolo e personalizzandolo, rifacendosi alla tradizione del Vedutismo napoletano e spaziando in ogni opera con un’esplosione emotiva e di movimento, caratteristica del suo modo di dipingere, cosa niente affatto semplice. In questa serie inedita ci propone un viaggio, questa volta non nell’inconscio dell’uomo bensì in quell’esigenza di più ampio respiro che ci spinge a sognare luoghi lontani e grazie all’ausilio delle nuove tecnologie attraverso le immagini di un’applicazione online di un famosissimo motore di ricerca è possibile individuare ogni indirizzo al mondo e poter essere fisicamente/virtualmente lì grazie ad un avatar che è proprio quell’omino giallo che raffigura la nostra posizione sulla mappa, senza spostarsi dalla propria poltrona. Attraverso l’attualissimo tema della finzione telematica che separa l’individuo dalla realtà tramite uno schermo/specchio che è quello del computer, ci presenta un percorso vero e proprio da un’angosciante presente di fallimento, di morte e senza speranza attraversando luoghi simbolici come le vie di Gerusalemme o le famose Vele di Scampia, fino a ritrovare la luce e un cielo che, facendoci alzare anche solo virtualmente lo sguardo verso l’alto, ci fa respirare speranza e serenità.
L’artista con le opere in mostra “ci presenta un percorso da un’angosciante presente di fallimento, di morte e senza speranza attraversando luoghi simbolici, fino a ritrovare la luce e un cielo che ci fa respirare speranza e serenità”…un viaggio che porta quindi verso una positività…?
Si, seguendo lo sviluppo di questo ciclo pittorico ho potuto osservarne le varie fasi in corso d’opera e ho potuto notare proprio questo sviluppo non solo stilistico da parte dell’artista, ma anche emotivo come è possibile percepire attraverso le opere. Mi ha colpito molto il passaggio graduale che ha avuto da una tavolozza quasi monocromatica di grigi fino all’esplosione di colori culminata con l’azzurro quasi turchese dell’opera “Omaggio ai mondiali”, soprattutto in questa graduale e inizialmente impercettibile apertura di cielo che vi è in ogni dipinto, quasi a creare una diagonale ascensionale, che culmina appunto in quest’opera dove l’unico protagonista è un cielo aperto e luminosissimo. Ho cercato di riproporre questa diagonale ascensionale anche nell’allestimento proprio valorizzare questo cambiamento che ho osservato con grande sorpresa da parte dell’artista durante il suo lavoro. Credo sia fondamentale oggi alimentare la speranza e la voglia di un cambiamento positivo e soprattutto costruttivo, invece di tendere a un nichilismo ormai superato e di cui si è troppo abusato finora a mio avviso. C’è bisogno di alzare lo sguardo verso un cielo nuovo anche se solo virtualmente.
Qual è l’opera dell’artista in cui più ti rispecchi e perché?
E’ una scelta difficile. Ce ne sono un paio nelle quali mi rispecchio particolarmente, una è Vico San Domenico Maggiore a Napoli, opera realizzata con il caffè come fosse un acquerello. E’ una strada che percorro ogni giorno, anzi un vicolo e mi ha colpito molto perché quando passo di lì amo alzare lo sguardo proprio verso quello squarcio di cielo tra i palazzi stretti stretti. In più ammiro molto la resa coloristica ottenuta con il caffè in questa serie dedicata a Napoli, ricordando la nostra tradizione ottocentesca del Vedutismo.
Una serata speciale domenica 29 con il giovane ed affermato cantautore Giovanni Block…in che modo si crea la sinergia tra la sua musica e le opere di Nicola?
Giovanni è stato davvero molto entusiasta di accettare il nostro invito. Tra i due artisti si è creato un rapporto di grande stima che è sicuramente il motore che dà vita a questo evento in cui vogliamo comunicare l’importanza della valorizzazione e della fruizione dell’arte, non solo visiva ma anche musicale. La musica di Giovanni Block interagisce in modo molto armonico con le opere in mostra di Nicola Piscopo, ho scelto lui proprio per questo, ascoltando le sue canzoni e osservando la serie di Street View vi è una sottile ma stretta relazione emotiva. In entrambi gli artisti abbiamo grande profondità con qualche goccia di amarezza sdrammatizzata da un’ironia che tende a volgere in positivo ogni cosa.
Com’è lavorare con i giovani artisti?
Gratificante. Hanno una voglia di fare ribollente, che solo i giovani hanno e la loro creatività non è stata ancora ingabbiata nei meccanismi del mercato.
E di Napoli….cosa ci dici? Com’è lavorare in una città che sappiamo avere molte difficoltà su vari fronti…?
Certo non è semplice anche perché i problemi e le mancanze esistono e troppo spesso bloccano l’intera città. Credo però che la nostra forza sia proprio questa, di non lasciarci sopraffare dalle difficoltà. Spesso penso alla mia città associandola al Vesuvio che apparentemente è spento, ma che in realtà all’interno ha un’attività fervida. E’ una grande soddisfazione per me lavorare a Napoli, non solo perché è la mia città natale ma sopratutto perché è un cardine nella Storia dell’Arte da sempre, ad ogni passo vi è una stratificazione di secoli di Storia che lascia senza fiato e avere la possibilità di lavorare con le nuove generazioni di artisti in questi luoghi pregni di cultura mi entusiasma molto.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Vorrei ringraziare la galleria Monteoliveto di Napoli che da anni supporta il lavoro di Nicola e ha permesso a questo giovane artista di esporre in giro per l’Europa, nel circuito A.A.F. e alla Biennale di Bolzano.
Volete saperne di più di Nicola Piscopo? ecco qui una sua intervista passata…
Ringraziamo Serena Calò e invitiamo tutti voi amici di Mostrami a vedere la mostra di Nicola, fino al 5 Luglio presso la galleria d’arte Salvatore Serio (Via Oberdan 8, Napoli. Tel: 0815523193 – 081 19322066). Complimenti Nicola per tutti i tuoi progetti e in bocca al lupo! 🙂