La street artist Alessandra Carloni ci racconta la sua storia ed il rapporto con questa forma artistica colorata, creativa, diretta e densa di messaggi!
– Alessandra hai un nome d’arte o un tag con cui ti firmi?
Utilizzo il mio nome anche come firma artistica, non ho mai scelto un nome d’arte come forma etica di rispetto delle mie origini e del mio cognome.
– Descriviti in tre parole…
Sognatrice, iperproduttiva, perfezionista.
– Come descriveresti la street art in poche parole…
La street art è un linguaggio che, quando funziona, educa le menti, interagisce con il territorio, lascia il segno e l’impronta alla gente del quartiere dove l’intervento è stato realizzato.
– C’è un colore che ti rappresenta di più? Perchè?
Svariati colori, sicuramente tutte le gamme delle terre, dall’ocra alla terra d’ombra.
– Tra le varie modalità in cui si può fare street art, quale preferisci?
Tra le tecniche che prediligo, quella che preferisco è la tecnica muralistra tradizionale, tutta completamente realizzata a pennello. Però, ci sono linguaggio stilistici altrettanto interessanti, proprio perché opposti al mio stile, in primis la poster art e lo stencil.
– Che cosa stimola la tua fantasia e la tua creatività?
Principalmente l’osservazione che rimane la fonte per me di maggiore stimolo per maturare le idee: dalla lettura di un libro illustrato, ad una mostra, da una performance o spettacolo ad un paesaggio. Ogni dettaglio può costituire la nascita di un racconto visivo.
– C’è un artista (o più artisti) al quale ti ispiri?
Nel linguaggio dell’arte urbana mi piace molto lo stile poetico di Ale Senso, Hyuro, Ericailcane, Natalia Rak, PixelPancho, Gomez, Alex Voi. Seguo anche tanta illustrazione e pittura, mi piace molto il lavoro di Mattotti, Shoun Tan, la pittura di Sergio Padovani, Nicola Samorì, Galliani etc.
– Dove preferisci realizzare i tuoi progetti?
Rispetto alle città, prediligo gli interventi di arte urbana nei piccoli borghi, nei luoghi dimenticati o destinati a sparire, che attraverso l’intervento artistico hanno la possibilità di poter vivere una rinascita e un interesse da parte della gente e di tutte le generazioni.
– Tra i vari progetti realizzati, raccontaci quello che ami più di tutti?
Uno dei progetti che preferisco in questo senso sono i 10 interventi che ho realizzato, nell’arco di due anni, nel piccolo borgo di Valogno, in provincia di Caserta. Una realtà destinata a sparire e abitata solo da un gruppo di anziani, dove non ci sono piazze, bar e supermercati. Proprio in questo piccolo borgo, una famiglia di Roma, dal 2010 ad oggi, ha sostenuto e commissionato degli interventi artistici per contribuire alla rinascita di questo piccolo paese, altrimenti destinato allo spopolamento. Ad oggi con i media, i giornali e i fotografi, moltissime persone, scuole, organizzazioni visitano il borgo ogni giorno e nei weekend, animando questa piccola realtà e, grazie a questo, sono state riaperte anche delle attività.
– Stai lavorando ad un nuovo progetto? Ci racconti di cosa si tratta?
Attualmente sono impegnata nella futura realizzazione di alcuni murales: uno dedicato a Pinocchio, in un paese vicino a Viterbo, e una serie di muri realizzati in alcune scuole di Padova e provincia, sul tema dei diritti sociali. Inoltre sto lavorando su più mostre, tra cui una personale, con opere nuove dedicate al tema “Anime funambole“, la mia visione attuale sull’uomo contemporaneo.
– Se incontrassi un appassionato di street art in quale città gli consiglieresti di andare? Perchè?
Attualmente consiglierei di visitare Roma e Torino, che sono le città più ricche di percorsi di arte urbana, proprio perchè hanno iniziato anche prima di tutte le altre. Tuttavia anche nei borghi, o in città più piccole come Ravenna e Forlì, è oramai in atto un processo di trasformazione, grazie anche al supporto di importanti festival artistici.
A questo link potrete trovare il profilo di Alessandra per conoscere meglio la sua attività artistica.
Street art, spray art, murales e graffiti non finiscono qui…ne vedrete delle belle!!!