La grafica infinita è l’impronta sostenuta di un labirinto di sogni, ripetuti e sovrapposti.
Nulla fa immaginare l’inizio né il fine, un percorso di montagna che ci sorprende con viste inimmaginabili, e come le onde misteriose che formano il mare, niente è lineare.
Disegni attraversati dalla poesia d’intimi tempi, testimonianze dello spazio vicino, profondo, lontano, presente, complesso, infinito…
Il linguaggio dell’arte mi ha permesso di liberare il mio intimo, da una parte come un’adesione incondizionata all’emotività più istintiva, dall’altra cercando una tecnica diversa, che ha potuto evidenziare la mia emotività, i miei sogni…
La grafica infinita è il risultato della mia ricerca, una linea continua tra il disegno semplice e la forma complessa, che espressa lo spazio comunicativo, a volte come osservatore, a volte come osservato.
Non c’è alcuna traccia di vero, tutto è mentale, rubato ai sogni ma, creato all’interno, forse condizionato dalla mia formazione in architettura, dove spazio e tempo sono trasformati in intenzionati vagheggiamenti tra l’oggetto e il soggetto.
Non posso stare al passo con i ritmi imposti dall’esterno, la mia arte è mossa dal desiderio di rispettare la necessità dell’immaginario, ma è la creatività e la diversità nei processi che fanno diventare la realtà più appassionante.
Penso che la diversità sia il motore dell’essere umano, la sua ricchezza maggiore, che permette il confronto, il fare, spingendolo al di là della realtà, entrando in altra dimensione forse, per riflettere… chi siamo? Cosa ne pensiamo e cosa facciamo per migliorare la vita?
Il fare arte è solo un mezzo.
L’uomo delle caverne faceva arte e questo lo rendeva diverso nella sua lotta per la sopravivenza della spezie.
Trovava il tempo per dipingere, chi lo sa… per sognare.
Essere diverso nella diversità è caratteristica umana, appartiene a tutti noi prima di qualsiasi altro desiderio.
L’uomo crea, vive e lotta per creare.
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